sabato 2 novembre 2013

Congresso

Mercoledì 30 novembre nella sede Guido Rossa di Garbatella,  si è tenuto il nostro
Congresso di Circolo e quello per la scelta dei nostri delegati in Assemblea
Romana, che si riunirà per la prima volta l'8 e il 9 Novembre e sarà chiamata
ad eleggere il Segretario per la nostra federazione.

Il segretario che è stato eletto è Luca Bortolani, un giovane democratico che ho avuto modo di conoscere meglio e di apprezzare per le sua doti organizzative, per la sua trasparenza e simpatia, durante la mia campagna elettorale alla quale ha partecipato attivamente, in veste di supporter di Flavio Conio con cui facevo coppia. L'essere riusciti a presentare per il nostro Circolo una lista unica, fatta di persone che hanno sempre partecipato alla vita politica  è stato un grande risultato e l'aver lavorato serenamente durante il congresso mi sembra un segno estremamente positivo che dobbiamo prevalentemente a lui. Non è successo niente di ciò che in questi giorni si legge sui giornali, anzi l'atmosfera era positiva e collaborativa e anche allegra. Ci siamo ritrovati tutti con grande piacere. Sono molto contenta di essere entrata a far parte di questo direttivo e sono sicura che sapremo lavorare tutti seriamente ma anche con allegria e leggerezza (in senso calviniano).
Per quanto riguarda il Congresso Romano, i risultati delle liste collegate ai
quattro candidati alla Segreteria sono stati i seguenti:
- Lionello Cosentino: 67 voti
- Tommaso Giuntella: 43 voti
- Tobia Zevi: 14 voti
- Lucia Zabatta: 8 voti
TOTALE VOTANTI: 132

In base al numero degli iscritti al 31 Dicembre 2012 al nostro Circolo
spettano 3 delegati all'Assemblea Romana che, secondo il metodo D'Hondt, sono
così ripartiti:
- Lionello Cosentino: 2 -> Federico Pastorelli e Valeria Baglio
- Tommaso Giuntella: 1 -> Guido Staffieri

giovedì 24 ottobre 2013

Le mozioni dei quattro candidati alla segreteria nazionale del PD e la Questione di genere


Ho lavorato utilizzando la funzione “Trova”  su word. Le parole che ho cercato sono “donne”  “genere” “femminile”. Riporto le parole esatte che ho trovato sulla mozione solo il neretto è mio.
Ho voluto anche vedere quante volte ricorre la parola sinistra e centrosinistra:

CIVATI
pagine 70
CUPERLO
pagine 22
PITTELLA pagine24
RENZI
pagine 18
SINISTRA
23
12
3
2
CENTROSINISTRA
2
5
2
1


CIVATI
CUPERLO
RENZI
PITTELLA
DONNE
La questione maschile
La formula ottocentesca “questione femminile” va radicalmente rovesciata. Esiste nel nostro Paese una tenace “questione maschile” che produce iniquità, ingiustizie e violenze e che
rallenta lo sviluppo del Paese, che ne dimezza le potenzialità impedendo allo sguardo femminile di applicarsi alla globalità dei problemi e di prendere parte alla formazione delle decisioni pubbliche. Alle cittadine di questo Paese è onsentito unicamente esercitarsi politicamente e
in modo autodifensivo su tematiche ritenute “femminili” – dalla fecondazione assistita, all’aborto, alla violenza e al femminicidio –, questioni che invece hanno direttamente a che vedere con la sessualità e i modelli maschili.
La legge 40 sulla fecondazione assistita è certamente ingiusta e va cambiata, consentendo indagini pre-impianto sugli embrioni di coppie portatrici di malattie genetiche in conformità a quanto sancito dalla Carta Europea dei diritti dell’uomo. Ma l’ingiustizia va in gran parte ricondotta a una concezione maschile della donna come mero contenitore di embrioni, nonché merce di scambio ideologico. Vanno inoltre adottate tutte le misure necessarie alla prevenzione dell’infertilità maschile e femminile, in gran parte riconducibili alla ricerca tardiva dei figli a causa di un’organizzazione maschile del lavoro che punisce le madri con dimissioni in bianco, licenziamenti, interruzioni di carriera. Una diversa organizzazione, che tenga conto del pensiero delle donne sul lavoro, e un’autentica considerazione del valore sociale della genitorialità è il miglior presidio contro l’aumento dei casi di infertilità. La non applicazione della legge 194 sull’interruzione di gravidanza e lo smantellamento dei consultori  corrispondono a logiche di carriera ospedaliera, con aumento vertiginoso
dell’obiezione di coscienza e alla salvaguardia degli interessi della sanità privata. Per il Pd è tempo di far sentire la propria voce su questi temi per migliorare la diffusione di informazioni sulle misure di contraccezione, anche attraverso corsi di educazione e informazione sessuale
nelle scuole, finalizzate a una condivisione della responsabilità procreativa da parte degli uomini; di potenziare e modernizzare la proposta dei “vecchi” consultori familiari; di garantire l’applicazione su tutto il territorio nazionale della legge 194/1978, anche stabilendo una percentuale di personale non obiettore nelle unità ginecologiche degli ospedali pubblici.
Quanto alla violenza sulle donne e all’aumento dei casi di femminicidio, ciò costituisce la prova più evidente dell’esistenza di una “questione maschile” e della persistenza di una mentalità patriarcale che nella maggiore libertà delle donne non vede un’opportunità per tutti, ma solo
un’insostenibile minaccia. La violenza non può essere affrontata solo con provvedimenti di ordine pubblico e di sicurezza. Il Pd deve porsi in ascolto della decennale esperienza dei centri
e delle associazioni antiviolenza, destinando adeguate risorse a queste realtà, promuovendo interventi di sensibilizzazione nelle scuole e nelle Università, cambiando e certificando i libri di testo che continuano a tramandare modelli rigidi e fuori tempo, sulla base dei quali alunni e alunne formeranno le loro rispettive identità di genere e le loro relazioni; promuovendo una formazione delle forze dell’ordine e di tutto il personale addetto; destinando parte delle risorse all’accompagnamento e alla terapia degli stalker e dei sex offender per prevenire l’escalation delle violenze fino al femminicidio. Nonostante  numerosi studi evidenzino una correlazione positiva tra occupazione femminile e Pil, (Goldman Sachs stima che la parità porterebbe a un incremento del Pil del 22 per cento) è soprattutto alle donne che il mondo del lavoro fa pagare il prezzo della crisi, ostacolandone
l’ingresso, relegandole nei settori meno qualificati, mantenendo il gap salariale, obbligandole alle dimissioni in bianco e a rinunciare al lavoro per motivi familiari, costringendole al ruolo di “welfare vivente” per sopperire alla cronica e crescente carenza di servizi,  sottoutilizzando le più scolarizzate (il 56% dei laureati in Italia sono donne e l’Ocse calcola che nel 2020 saranno
il 70%), resistendo fortemente alla femminilizzazione dei board: ecco un’altra faccia dell’irriducibile questione maschile nel nostro Paese, direttamente correlata alle sue molte arretratezze. Controprova: il trend positivo, nonostante la crisi, delle imprese create e gestite
da donne, che rispondono in modo autonomo alla chiusura del mondo del lavoro pur trovandosi a dover superare numerosi ostacoli, come il più difficile accesso al credito nonostante le donne siano mediamente più solvibili degli uomini. Il Pd deve assumere con decisione il tema del welfare, intendendolo come un servizio alle
persone e alle famiglie e non alle donne; deve promuovere per tutti, donne e uomini, forme di dis-organizzazione del lavoro – dalla flessibilizzazione alle postazioni in remoto – che rendano
più prossimi lavoro e vita; deve rimuovere gli ostacoli al credito per le donne, legati a superstizioni maschiliste, e introdurre una struttura della tassazione che incoraggi il ricorso al
lavoro femminile; deve estendere i congedi obbligatori anche per i padri.
Più in generale, il Pd deve assumere e fare fronte alla crisi di quella soggettività maschile, attorno alla quale la società ha fin qui costruito il modello di sviluppo politico, sociale e culturale.
E deve in ogni modo favorire la partecipazione delle donne alla vita pubblica, non pretendendo di inquadrarle nella rigidità delle strutture maschili, ma intendendole come portatrici di irriducibile differenza e promotrici di quel cambio di civiltà politica di cui la nostra democrazia
affaticata ha estremo bisogno. Mai più senza le donne.
.
Lavoro: Concentrarsi sul rilancio della domanda interna, aiutando i redditi più bassi
(anche con un’azione mirata e selettiva della riduzione del cuneo fiscale sul lavoro per i giovani e le donne)
Lavoro: favorire l'occupazione partendo dalle situazioni più deboli
nel mercato del lavoro: i giovani, le donne, gli over 50 e i disoccupati di lungo
periodo. La
Welfare: Il
sostegno alle responsabilità familiari è un’urgenza nel nostro Paese, dove
ancora oggi quasi tutto il peso è caricato sulle spalle delle donne.
Dignità dell’individuo:
Perché alla fine forse tutto di lì ha inizio: il rispetto dei diritti
umani delle donne, l'inviolabilità del loro corpo come antidoto alla legge dei più forti. Anche il nostro presente è segnato da quell'antico conflitto che ora
mostra forme e volti inediti, il conflitto per il potere, il dominio sull'autonomia, sulla libertà delle donne. Una vera e propria strage delle innocenti che
trascina i destini dei minori e dei bambini. L'uguaglianza e la libertà delle donne come condizione di contrasto a ogni differenza e discriminazione
Diritti civili: Sì a una legge organica contro il femminicidio, sì a una legge saggia sulla fine vita, sì ai diritti e doveri per coppie di fatto omosessuali, sì al miglioramento della legge contro l'omofobia, sì alla piena applicazione della 194, sì a un nuovo testo per la fecondazione assistita, sì alla cittadinanza, si a estensione di tutele per le donne in
maternità. Sì a una battaglia contro ogni discriminazione
Diritti civili: il Parlamento ha approvato un fondamentale provvedimento di legge volto a
contrastare le violenza contro le donne e si è avviato alla Camera il percorso che condurrà
a una legge contro l’omofobia e la transfobia. Passi importanti, ma non sufficienti
Nulla
Politiche sociali:  Vi è poi la cronica incapacità di integrare le politiche (in particolare sociale e sanitario), poiché la domanda di servizi e prestazioni è vincolata al dominio dell'offerta dovuta da consorterie territoriali che privilegiano il rapporto fra pubblica amministrazione ed enti erogatori. Il combinato disposto è il “fai da te” del welfare fondato sul lavoro di cura delle donne madri, compagne, figlie o nuore o delle badanti. Vanno finanziati i fondi politiche sociali e non autosufficienza e vanno garantiti i livelli essenziali di assistenza sociali.

venerdì 13 settembre 2013

Il papa e Scalfari

L'analisi di Elisabetta Adis mi sembra molto interessante, inoltre mi piacerebbe chiedere al papa come può pensare di dire ad un ateo che Dio lo ama lo stesso se lui si comporta bene (che vuol dire bene?) e quale può essere il messaggio per un ateo, chi è DIO che mi accoglie dove? Mi sembra veramente impossibile dialogare quando i presupposti sono così lontani! La fede è per l'appunto fede cercare di argomentare in modo razionale è una contraddizione in termini.
 
 
 
 
 Elisabetta Addis
 

Caro Bergoglio, caro Scalfari, a noi, non ci riguarda

Già. Bella lettera, Bergoglio. Ma a me, non mi riguarda. Dice infatti che riguarda "il rapporto che Egli (Gesù) ha con Dio che è Abbà, e in questa luce al rapporto che ha con tutti gli altri uomini". E io sono una donna.

"In lui tutti siamo chiamati a essere figli", e io al massimo posso essere una figlia, "fratelli tra noi", ma di sorelle, non si ha sentore. E ancora, che "l'amore e misericordia di Dio raggiungono tutti gli uomini". Ma non le donne.

Siamo almeno trenta anni che stiamo chiedendo l'elementare rispetto che si usi un linguaggio che ci include, un linguaggio non sessista. E dato che costa ben poco, nell'epoca dei word processor, sostituire "uomo" con "essere umano" e "uomini" con "uomini e donne", interpreto che ci sia una chiara volontà, da parte di un vecchio maschio a capo di una gerarchia di soli maschi, di farmi intendere che non è a me che si rivolge.

E detto francamente, anche Repubblica, non ci fa una bella figura. Il giorno dopo fa commentare la lettera del Papa dal maschio Scalfari, e da altri sei maschi tutti in fila (Kung, Veronesi, Bianchi, Cacciari, Forte e Di Segni), e nessuna donna. La Murgia no? La Perroni? La Bocchetti? la Cavarero? Non ci mancano le teologhe e le filosofe! Pazienza. Non ci riguarda. Si vede proprio che a noi donne, non ci riguarda.
Del resto, che la verità si trova nella relazione, le filosofe lo hanno detto ben prima di Francesco, non hanno atteso il suo l'imprimatur. E senza la relazione con le donne, tra uomini e donne, la verità di Bergoglio e di Scalfari resterà monca. Una verità celibe e infeconda.

Forse, questo dialogo non riguarda più noi, donne e uomini della contemporaneità, ma un potere e un mondo maschili che sono nel passato, e del passato. Andiamo avanti, ne abbiamo tantissime di cose più interessanti da fare e da pensare

martedì 25 giugno 2013

In Italia è tornato l'aborto clandestino

Ho chiesto a degli amici che abitano in Francia, come mai dopo tutto quel protestare contro la legge che introduceva i matrimoni gay, all'improvviso fosse tutto tornato alla normalità. Mi hanno risposto che siccome ormai era una legge dello stato andava rispettata e che chi vi si opponeva si sarebbe eventualmente  battuto per modificarla nei luoghi deputati. Sono rimasta basita.
In questi giorni si è tornato a parlare della legge 194 e degli obiettori di coscienza che essendo tanti ne impediscono la corretta applicazione, addirittura in Italia è tornato l'aborto clandestino. www.dirittodicritica.com

Ora io credoche  la possibilità che la legge dà ai medici di essere tutelati in caso di obiezione di coscienza sia stata introdotta giustamente dal legislatore per coloro che GIA' esercitavano al momento dell'introduzione della 194. Ma dopo che senso ha. E' una legge dello stato  e gli ospedali pubblici la DEVONO applicare. E' impensabile che un medico che decide di andare a fare il ginecologo si rifiuti di fare alcuni interventi.
Seguendo la logica se qualcuno volesse intraprendere la carriera militare e  una volta superate le selezioni, si dichiarasse obiettore, potrebbe continuare a svolgere il suo lavoro facendo anche carriera?
Io credo che si debba chiaramente dire e operare affinchè i medici obiettori vengano destinati ad altri reparti in quanto la loro coscienza non gli permette di adempiere fino in fondo il loro dovere. Ma forse questo nel nostro paese è pretendere troppo.

giovedì 20 giugno 2013

Gay Pride

 
Sabato 15 al Gay Pride,
perchè i diritti devono essere per tutti. Finchè ci sarà anche una sola persona discriminata il nostro non sarà un paese veramente democratico.
 
 
 
 
 





mercoledì 5 giugno 2013

Al Ballottaggio vota Ignazio Marino e Andrea Catarci

Domani tutti a Piazza Sauli per la chiusura della campagna elettorale. Ci vediamo lì alle 18.00.
E mi raccomando VOTATE Ignazio Marino e Andra Catarci!

martedì 4 giugno 2013

Daje!!!!

E ora concentriamoci tutti su Roma, riprendiamocela. Con lo stesso entusiasmo e dedizione con cui abbiamo convinto amici, parenti e conoscenti a votarmi facciamo opera di persuasione su chi è ancora indeciso o pensa che non valga la pena partecipare al ballottaggio. Domenica e lunedì votiamo e facciamo votare Ignazio Marino e Andrea Catarci nell'VIII Municipio. E' importante perchè se già di per sè oggi   è molto difficile realizzare qualcosa di buono, con un'amministrazione ostile è praticamente impossibile.
 

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