venerdì 13 settembre 2013

Il papa e Scalfari

L'analisi di Elisabetta Adis mi sembra molto interessante, inoltre mi piacerebbe chiedere al papa come può pensare di dire ad un ateo che Dio lo ama lo stesso se lui si comporta bene (che vuol dire bene?) e quale può essere il messaggio per un ateo, chi è DIO che mi accoglie dove? Mi sembra veramente impossibile dialogare quando i presupposti sono così lontani! La fede è per l'appunto fede cercare di argomentare in modo razionale è una contraddizione in termini.
 
 
 
 
 Elisabetta Addis
 

Caro Bergoglio, caro Scalfari, a noi, non ci riguarda

Già. Bella lettera, Bergoglio. Ma a me, non mi riguarda. Dice infatti che riguarda "il rapporto che Egli (Gesù) ha con Dio che è Abbà, e in questa luce al rapporto che ha con tutti gli altri uomini". E io sono una donna.

"In lui tutti siamo chiamati a essere figli", e io al massimo posso essere una figlia, "fratelli tra noi", ma di sorelle, non si ha sentore. E ancora, che "l'amore e misericordia di Dio raggiungono tutti gli uomini". Ma non le donne.

Siamo almeno trenta anni che stiamo chiedendo l'elementare rispetto che si usi un linguaggio che ci include, un linguaggio non sessista. E dato che costa ben poco, nell'epoca dei word processor, sostituire "uomo" con "essere umano" e "uomini" con "uomini e donne", interpreto che ci sia una chiara volontà, da parte di un vecchio maschio a capo di una gerarchia di soli maschi, di farmi intendere che non è a me che si rivolge.

E detto francamente, anche Repubblica, non ci fa una bella figura. Il giorno dopo fa commentare la lettera del Papa dal maschio Scalfari, e da altri sei maschi tutti in fila (Kung, Veronesi, Bianchi, Cacciari, Forte e Di Segni), e nessuna donna. La Murgia no? La Perroni? La Bocchetti? la Cavarero? Non ci mancano le teologhe e le filosofe! Pazienza. Non ci riguarda. Si vede proprio che a noi donne, non ci riguarda.
Del resto, che la verità si trova nella relazione, le filosofe lo hanno detto ben prima di Francesco, non hanno atteso il suo l'imprimatur. E senza la relazione con le donne, tra uomini e donne, la verità di Bergoglio e di Scalfari resterà monca. Una verità celibe e infeconda.

Forse, questo dialogo non riguarda più noi, donne e uomini della contemporaneità, ma un potere e un mondo maschili che sono nel passato, e del passato. Andiamo avanti, ne abbiamo tantissime di cose più interessanti da fare e da pensare

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